CONSORZIO DELLA PIETRA LAVICA  DELL'ETNA

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CONSORZIO PIETRA LAVICA DELL'ETNA 

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PROGRAMMI

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Piano Cave

Doveva essere uno strumento indispensabile atteso da tempo.

Era stato presentato così il Piano Cave voluto dalla Regione nei primi mesi del 2016 con la giunta Crocetta.

Un atto che aveva portato all’approvazione del documento all’unanimità.

Una soluzione, si era detto, che avrebbe sbloccato un settore orientato all’esportazione di materiali di pregio particolarmente apprezzati, chiamata a regolare una sovrapposizione non sempre chiara, in passato, di regole.

È invece un’altra grana che scoppia per il nuovo esecutivo regionale, a guida Musumeci.

Il passo falso era dietro l’angolo, infatti nei giorni scorsi  è arrivato l’alt dal TAR Sicilia Palermo.

Ad annullare, infatti, almeno in parte il Piano, è stata la sentenza n. 2558/2017, che ha reso nullo il Piano Cave varato dalla Regione Siciliana con Decreto del Presidente della Regione (DPRS) del 3.2.2016.

La sentenza arriva al termine di un giudizio promosso al fine di tutelare la posizione di un’impresa estrattiva collocata all’interno di un sito di valenza ambientale, c.d. area “SIC” (siti di importanza comunitaria).

Il Piano prevedeva – per le attività estrattive esistenti nelle zone in questione (SIC), una volta scaduta l’autorizzazione in corso di validità –l’impossibilità di chiedere il rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività di cava e ciò a prescindere da una preventiva valutazione sull’effettiva incidenza della stessa sulle finalità dell’area.

La sentenza pronunciata dal tribunale amministrativo siciliano fissa dunque dei precisi paletti.

Il TAR Sicilia ha ritenuto fondato il ricorso proposto da un’impresa estrattiva sita in Provincia di Agrigento, difesa dall’ avvocato Enzo Puccio dello studio legale CDRA, in riferimento alla contestazione, nei confronti del Piano, della violazione dell’art. 1 della L.r. 13/2007, che invece prevede espressamente che tali aree munite di valenza ambientale possono “essere sede di attività economiche, previo esito positivo della procedura di valutazione di incidenza ambientale volta a verificare se una determinata attività commerciale possa incidere in termini negativi, non superabili neanche con specifiche prescrizioni di salvaguardia, con le finalità di tutela ambientale proprie dell’area”.

In particolare, il TAR ha ritenuto che una disciplina che precluda a priori l’esercizio di un’attività economica nelle aree SIC sia contraria alla normativa che regolamenta la materia.

L’effetto che discende da questa pronuncia del tribunale amministrativo siciliano è destinato  a condizionare l’attività e le scelte delle imprese estrattive che si trovano nella  stessa condizione dell’impresa ricorrente.

Toccherà dunque all’assessorato "Acqua e rifiuti", prendere atto di questo passaggio non secondario che rimodula nella sostanza lo spirito del documento originario. Il nuovo esecutivo regionale dovrà affrontare, tra le altre, anche questa ‘grana’ in più.

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Relazione con gli Enti Pubblici

La Pubblica Amministrazione vive un processo di cambiamento articolato, dinamico e inarrestabile.
L’innovazione ha un ruolo centrale in queste realtà più vincolate di altre da regole di mandato e burocrazia.
Società civile e sistema economico chiedono agli enti pubblici con sempre maggiore insistenza di innovare i propri processi, migliorare la qualità dei servizi offerti, incrementare il proprio grado di efficienza e trasparenza del proprio operato, producendo valore per il proprio territorio.
Per dare corpo a tali cambiamenti, la Pubblica Amministrazione deve valorizzare il proprio capitale umano, rafforzare la capacità di management, rivedere i processi operativi e gli strumenti di gestione, ricercare costantemente nuove modalità di erogazione dei servizi, anche ampliando l’uso delle tecnologie.
Il Consorzio, nella convinzione che ottimizzare i servizi, fornire risposte nuove e individuare possibilità inesplorate siano sempre occasioni di crescita economica e sociale, propone alle Pubbliche Amministrazioni un supporto esperto e qualificato, composto di servizi innovativi e soluzioni specialistiche nei seguenti primari ambiti di azione:
 

  •  Sistemi Informativi per Servizi per il lavoro
  •  Tematiche inerenti il lavoro e l’inclusione sociale
  •  Progetti di Innovazione dei Servizi per il lavoro
  •  Repertori di professioni e competenze
  •  Politiche di innovazione su Agenda Digitale
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Servizio di Consulenza alle Imprese associate

L’innovazione è fondamentale per garantire il progresso di un’azienda ma come si sa, ciò comporta dei rischi.
Il Consorzio assiste a 360 gradi le aziende nell’affrontare con successo le piú importanti sfide competitive.
Affiancamento e supporto sono le paroli chiave per rispondere a queste sfide e richiedono visione, esperienza, consapevolezza e competenza, per analizzare, scegliere ed implementare gli strumenti migliori per agevolare la governance di ogni Impresa.
Il Consorzio si pone come punto di forza l’integrazione tra diversi campi di interesse e competenza, grazie ai quali poter operare scelte strategiche per individuare obiettivi e utilizzare le risorse in modo proficuo a medio e lungo termine.
Il Consorzio sviluppa, negli attuali contesti concorrenziali dominati dall’incertezza e dal cambiamento, soluzioni che integrano in modo dinamico l’innovazione con le conoscenze consolidate, la prassi professionale e il rigore accademico, le regole generali con le esigenze di personalizzazione.
Una realtà che si differenzia dalle altre per la capacità di proporre un servizio sartoriale, altamente personalizzato, tagliato su misura del cliente.
Il Consorzio per svolgere al meglio la propria funzione, si avvarrà anche di collaborazioni consolidate su vari settori professionali connessi con le nostre esigenze, per offrire ai suoi associati un panorama più vasto e scevro dai vincoli della autoreferenzialità in ambito economico, marketing, tecnologico, finanziario e comportamentale.
Facciamo le nostre valutazioni tenendo conto non solo dei fattori economici ma sempre anche dei fattori umani.
Solo conoscendo preferenze, atteggiamenti, abitudini e modo di ragionare del target di riferimento e dei portatori di interessi globalmente considerati è possibile costruire una soluzione efficace e condivisa.

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Formazione informazione sulla Sicurezza del lavoro

L’informazione dei lavoratori, unitamente alla formazione e all’addestramento, rappresenta uno dei maggiori esempi dell’affermazione dell’approccio “partecipativo” nella gestione della sicurezza sul lavoro.

Secondo quanto riportato dal D.Lgs. 81/08 (art. 2 let. bb), l’informazione è “il complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili all’identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro”.

In pratica, informare significa: fornire ai lavoratori delle conoscenze utili ad adottare modalità lavorative e comportamenti, in grado di garantire una maggiore sicurezza sul lavoro.

L’informazione ha un ruolo così importante da costituire un obbligo per il datore di lavoro e non solo per lui ma anche per i dirigenti, i preposti, gli RSPP e gli ASPP.

Secondo quanto riportato nell’articolo 36 del TU sulla Sicurezza, il rappresentante legale di un’azienda deve provvedere a fornire a ciascun lavoratore un’adeguata informazione: sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi all’attività dell’impresa in generale; sulle procedure riguardanti il primo soccorso, l’antincendio e l’evacuazione dei lavoratori in caso di emergenza; sui nominativi dei lavoratori addetti al primo soccorso e alla prevenzione incedi; sui nominativi dello RSPP e degli Addetti del Servizio di Prevenzione e Protezione e , qualora nominato, del Medico Competente.
Oltre a queste notizie di carattere generale, il datore di lavoro deve provvedere a fornire a ciascun lavoratore informazioni particolari: 
sui rischi specifici a cui è esposto in relazione alla propria mansione; sui pericoli connessi all’uso di sostanze e preparati pericolosi; sulle misure di sicurezza e sulle disposizioni di prevenzione e protezione adottate in azienda.
Tali disposizioni sono valide per tutte le tipologie di lavoratori  indipendentemente dalla tipologia contrattuale) ad esclusione degli addetti ai servizi domestici.

L’informazione può essere erogata mediante diversi strumenti: opuscoli, fumetti, video, volantini, colloqui individuali o di gruppo, lezioni in aula, avvisi apposti nella bacheca aziendale, ecc…

L’importante è che risulti adeguata, di facile comprensione in modo da agevolare i lavoratori con un basso tasso di scolarizzazione. Qualora fossero presenti lavoratori stranieri è necessario, che il datore di lavoro si accerti della reale comprensione della lingua, con cui vengono fornite le informazioni.

Al datore di lavoro (ed alle figure da lui delegate) per assolvere all’obbligo di informazione non basta solamente diffondere materiale informativo. Egli deve accertarsi che le notizie fornite siano state effettivamente recepite e soprattutto deve vigilare sulla reale attuazione delle disposizioni da lui impartite, da parte dei lavoratori. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, il datore di lavoro ha “ il dovere di educare il lavoratore a fare uso degli strumenti di protezione e il distinto dovere di controllare assiduamente, a costo di diventare pedante, che il lavoratore abbia appreso la lezione ed abbia imparato a seguirla”.

Per concludere, bisogna sottolineare come l’informazione per essere efficace deve essere dinamica, ossia deve garantire un flusso di notizie continuo, in modo da consentire ai propri collaboratori di essere al corrente su eventuali nuovi rischi presenti in azienda.

Solo così i lavoratori potranno essere maggiormente coinvolti nella gestione della sicurezza sul lavoro.